Domande Frequenti
Triptofano o Melatonina?
Come Sfruttare al Meglio uno Tra i Supplements Più Conosciuti
Cibo, Melatonina e Triptofano

Triptofano o Melatonina? Domande Frequenti

2560 1707 Michele

La recente decisione di EFSA ed EMEA di ritirare dal commercio ogni integratore di melatonina con dose giornaliera superiore ad 1 milligrammo ha spiazzato i consumatori, lanciando al contempo le aziende produttrici alla ricerca di nuovi prodotti in grado di colmare gli scaffali. E’ frequente imbattersi, ormai, in prodotti che integrano la dieta con triptofano [L-Trp], un aminoacido proteico naturalmente presente nel cibo in grado di trasformarsi, nel cervello, in melatonina. Tra il dichiarare e ottenere un beneficio passa quel che basta per fare un acquisto errato. Proponiamo quindi una mini guida con domande e rispote frequenti su questa importante biomolecola.

1. E’ IMPORTANTE ASSUMERE TRIPTOFANO?


Sì. Il triptofano rientra negli aminoacidi essenziali, che non possono essere sintetizzati dall’organismo: possono soltanto essere introdotti con l’alimentazione. Le sue fonti naturali sono gli alimenti proteici, in particolare il latte, il siero del latte e il pollo , ma vanno ricordati anche alimenti importanti come il cioccolato. E’ inoltre l’aminoacido più raro nelle proteine alimentari e la sua disponibilità è sensibilmente ridotta dalla presenza degli altri; i deficit alimentari sono frequenti, ma ancor più la necessità di supplementarne le quote giornaliere.

2. A CHE COSA SERVE?


[1] Il triptofano è un aminoacido proteico che entra nelle sequenza delle proteine e ne costituisce la struttura. [2] E’ anche un importante precursore del neurotrasmettitore serotonina [5-idrossi-triptamina], della serotonina circolante nel sangue e [3] dell’ormone melatonina. Gli stati carenziali sono collegati soprattuto a deficit di sintesi nella serotonina e melatonina, che ne risentono direttamente. A questi si associano alterazioni del tono d’umore (inclusa la depressione) e del ritmo sonno veglia. Viceversa, la supplementazione di triptofano aumenta le concentrazioni di ambedue le sostanze ed è un importante sussidio terapeutico negli stati depressivi e dei disturbi del sonno. L’importanza della serotonina (e dunque, del triptofano) nella dieta è tale che negli ultimi anni si stanno imponendo, nella comunità scientifica, modelli animali per lo studio della depressione basati su diete povere di triptofano. La deplezione prolungata porterebbe infatti, nelle settimane, alla manifestazione clinica di sintomi “depressivi” negli animali, come la riduzione del tempo passato a nuotare in acqua e l’aumento di quello trascorso lasciandosi andare ai flutti. Parimenti, l’aumento di ormoni steroidei circolanti (aldosterone, cortisolo) marcano nettamente gli stati depressivi e sono collegati ad una riduzione del triptofano circolante. Tutti questi segni sono invertiti dalla somministrazione di antidepressivi come la paroxetina, che vanno ad aumentare, artificialmente, l’effetto della serotonina mancante. Per cui, sebbene non possa essere definito l’aminoacido del buonumore, il triptofano ha un ruolo  nelle dinamiche dell’emotività e dei ritmi sonno veglia.

Nel cervello, a livello dei nuclei del rafe, il triptofano assorbito attraverso la barriera ematoencefalica diviene serotonina [5-HT] attraverso 2 passaggi metabolici, il più importante dei quali è catalizzato dall’enzima Triptofano idrossilasi. La trasformazione in melatonina [3] richiede ulteriore catalisi enzimatica da parte delll’N-Acetiltransferasi e la 5-idrossindolmetiltrasferasi. L’ormone viene poi rilasciato dalla ghiandola pineale in base all’intensità luminosa, regolando i ritmi sonno-veglia nei mammiferi*.

3. E’ IMPORTANTE SUPPLEMENTARE TRIPTOFANO? QUALI SONO LE EVIDENZE SCIENTIFICHE A SOSTEGNO?


Negli anni si sono succedute centinaia di pubblicazioni dimostranti effetti e dosi efficaci per questo aminoacido. Anche la modalità d’assunzione e i tempi di somministrazione sono stati oggetto di studio e, allo stato attuale, è possibile asserire che:

A. Il Triptofano aumenta la sintesi di serotonina senza importanti effetti di feedback negativo.

Il feedback negativo, o retroazione negativa, è un automatismo biologico con cui viene bloccata la produzione di qualsiasi sostanza quando si stiano per superare le concentrazioni fisiologiche, naturali. Analogamente all’arresto in catena di montaggio che consegue ad un eccesso di automobili prodotte, i meccanismi  di feedback negativo mantengono l’equilibrio dell’organismo, la sua omeostasi; nel caso del triptofano, tuttavia, l’accumulo di serotonina nel cervello non porta che a una blanda riduzione nella sintesi della stessa; come conseguenza, maggiore sarà l’assunzione di triptofano, maggiore sarà la disponibilità di serotonina a livello dell’encefalo. Le patologie di tipo depressivo sono spesso associate ad una diminuzione del tono serotoninergico e l’impiego di farmaci che aumentino la durata d’azione della serotonina (come gli SSRI) rappresentano oggi le basi della terapia farmacologica. Il triptofano può essere un strumento che il medico può impiegare, a dosi stabilite, per affiancare importanti molecole come la fluoxetina o la duloxetina.

B. Il triptofano aumenta la sintesi di melatonina.

Analogamente alla serotonina, la sintesi di questa biomolecola dipende dal triptofano; subisce, però, anche una profonda regolazione dalla presenza o assenza di luce, in quello che comunemente è detto ritmo circadiano. Il triptofano compete con gli altri aminoacidi neutri [LNAA] per l’assorbimento intestinale e il passaggio della barriera ematoencefalica [BBB]. Infatti, la disponibilità di proteine di trasporto comuni** con gli altri aminoacidi porta a fenomeni di saturazione dell’assorbimento e della distribuzione, analogamente a quanto può accadere a un casello stradale che si trovi a smaltire troppo traffico, con conseguente spostamento delle vetture in altre uscite; ciò risulta in un  ridotto assorbimento del triptofano.

 

C. Il triptofano riduce i livelli di cortisolo (idrocortisone) nel sangue. 

E’ stato dimostrato in modelli animali, che un’assunzione adeguata di L-Trp (0,2% in peso nel pasto) si collega ad un aumento dei livelli di melatonina, che manifesta una regolazione negativa sui livelli di dell’ormone adrenocorticotropo (ACTH), con conseguente abbassamento dei livelli di idrocortisone. Anche adeguamenti dei livelli di serotonina hanno dimostrato di ottenere riduzioni nei livelli di cortisolo. Il cortisolo, insieme all’adrenalina, fa parte degli ormoni dello stresscon effetti importanti sull’organismo in caso di necessità, ma che rilasciati cronicamente nel lungo e medio periodo aumentano il rischio cardiovascolare e cardiometabolico. Un’adeguata assunzione di alimenti contenenti L-triptofano può aiutare a contrastare l’innalzamento dei livelli di stress nelle società industrializzate

D. Il triptofano riduce i livelli di adrenalina circolante.

Anche il rilascio dell’ormone noradrenalina nel sangue dipende dal rilascio di ACTH; l’aumento dei livelli di melatonina ha dimostrato di correlarsi negativamente al rilascio di ACTH e, dunque, anche di noradrenalina; cio è evidente in diversi studi in cui i modelli animali sono stati suini e volatili. Anche la noradrenalina rientra negli ormoni dello stress e la possibilità di modularne i livelli attraverso una corretta alimentazione è una possibilità contemplabile dai team medici.

4. TRIPTOFANO E PERFORMANCE MENTALE: QUALI CERTEZZE?


A. Triptofano e Cognizione

La disponibilità di triptofano alimentare influenza le funzioni cognitive: molti studi hanno valutato le performances in condizioni di deplezione alimentare acuta (ATD); in particolare, sono state osservate riduzioni della memoria a lungo termine, nella memorizzazione immediata e nei test di richiamo verbale. Viceversa, sono stati ossrvati miglioramenti di prestazione in caso di supplemantazione (3 g/die) aminoacidica. Infusioni endovenose da 7 g hanno prodotto, invece, sedazione e peggioramento nei test, verosimilmente per un forte rilascio di melatonina. Si sono osservati altresì miglioramenti nelle funzioni di richiamo e memorizzazione visiva in pazienti depressi che hanno assunto triptofano da una dieta ricca in lattoalbumine da siero del latte per una supplementazione pari all’1,2% in peso di L-TRP. Miglioramenti significativi si sono ottenuti anche in volontari “vulnerabili allo stress”, soggetti a un calo di performance in caso di sollecitazioni esterne prolungate (es. stress lavorativo); questo perché la risposta di adattamento richiede un’aumentata attività serotoninergica, cui spesso non fa seguito un’adeguata assunzione di L-TRP.

B. Triptofano e Attenzione

L’attenzione prolungata o vigilanza è la capacità di mantenersi focalizzati su di un’attività per un periodo prolungato di tempo. Questa non è influenzata in modo significativo da deplezione o supplementazione di triptofano; è interessante, invece, notare che l’infusione endovenosa (tra 10 e 5 g) porta ad un peggioramento dei test, probabilmente a causa di un accumulo secondario di melatonina. L’attenzione selettiva, ossia la capacità di discriminare tra stimoli rilevanti e non, è influenzata, seppur in piccola parte, dalla supplementazione di triptofano; ciò è dimostrato dal miglioramento nel test Stroop e nei test di ascolto, in individui depressi e non. Anche in questo caso, dosi importanti in endovena riducono i punteggi nei test, avvalorando la tesi di accumulo di melatonina in fase di veglia.

C. Triptofano e attività di processamento emozionale

Il deficit di triptofano influenzerebbe le attività di riconoscimento emotivo, peggiorando i tempi di interpretazione delle espressioni facciali, come ad esempio quelle di paura; viceversa, l’impiego di antidepressivi attivi sulla trasmissione serotoninerigica migliora i risultati dei test, suggerendo un ruolo positivo del triptofano nelle attività di processamento emozionale.

D. Triptofano e Risposta Psicomotoria

l’assunzione di dosi superiori ai 5 grammi porta in genere ad un peggioramento nei test dei tempi di risposta e nei test di scelta rapida destra-sinistra, confermando l’azione sedativa del triptofano per accumulo di meelatonina.

E. Triptofano e Tono d’Umore

Gli effettti più interessanti del triptofano stanno nel controllo del tono d’umore: deplezioni acute sono collegate alla comparsa di sintomi depressivi sia nell’adulto sano che nel paziente; viceversa la supplementazione (2-6 grammi al dì) porta giovamento ai pazienti affetti da sintomi depressivi medi o lievi, potenziando invece l’azione dei farmaci antidepressivi, inclusi gli SSRI e i più vecchi AntiMAO, nei pazienti affetti da depressione maggiore.

5. TRIPTOFANO E LIVELLO DEGLI ALTRI AMINOACIDI


Il triptofano è l’aminoacido meno abbondante nelle proteine alimentari. Considerando i fenomeni di competizione per assorbimento e distribuzione con gli LNAA [Large Neutral AminoAcids] è importante, per migliorarne la disponibilità cerebrale, migliorare il rapporto [L-Trp]/[LNAA]: alzando il livello di triptofano e/o abbassando il livello degli altri aminoacidi. La strategia più semplice è quella di assumere triptofano [o lattoalbumine ad elevato tenore] lontano dai pasti, aggiungendo dello zucchero da cucina per favorire l’entrata degli LNAA nei muscoli mediante il rilascio d’insulina.

Michele

CTF, attualmente num.933 dell'Ordine Farmacisti Latina. Amo la farmacologia, la divulgazione scientifica e la tecnologia.

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