- Aspartame -
Zero Calorie o Zero Rischi?

Aspartame: Zero Calorie o Zero Rischi?

792 521 Michele
Da quasi 30 anni l’aspartame è usato nell’alimentazione mondiale…

Il suo elevato potere dolcificante200 volte maggiore di quello del saccarosio, permette, con pochi (20) milligrammi, di dolcificare un caffè. L’apporto calorico fornito in casi come questo è trascurabile, attestandosi attorno a 0,08 kCal; ciò permette di inquadrare l’aspartame, insieme alla saccarina e al ciclamato, nei dolcificanti ipocalorici, comunemente etichettati come “zero calorie”. Spesso, questi tre dolcificanti vengono usati in miscela, abbassando ulteriormente, a parità di azione dolcificante, la dose impiegata. L’industria alimentare ha interesse a produrre alimenti dolci e a basso contenuto di zuccheri semplici e questo non deve destare meraviglia: al di là del basso costo di produzione, un prodotto edulcorato con aspartame può soddisfare le richieste di un mercato fatto da consumatori sempre più in sovrappeso, attenti a contenere il rischio di patologie cardiovascolari e metaboliche, come il diabete mellito(1)*. La diffusione ubiquitaria dell’aspartame in bevande, alimenti e farmaci ha sempre sollevato l’interesse di enti regolatori, comunità scientifica e mondo dell’informazione, piuttosto attenti a valutarne la sicurezza d’uso. Negli anni si sono susseguiti, ora affermando, ora mettendone in discussione la sicurezza, decine di pubblicazioni scientifiche. Alcune non hanno mancato di sollevare l’attenzione dei media, per via dei risultati presentati e del modo di presentarli. La reazione del pubblico alla notizia di una carcinogenicità “multipotenziale” dell’aspartame non è prevedibile, ma ci si può figurare che tra i consumatori vi siano persone che richiedano più informazioni, così da poter correggere o mantenere le proprie abitudini alimentari. Apprezzando l’ampio lavoro di divulgazione che trasmissioni  come  Report quotidiamente svolgono e riconoscendo a giornalisti e conduttori nessuna pecca se non quella di perseguire una “verità” che sia semplice, sentiamo la necessità di integrare quanto visto con alcune informazioni addizionali, così da poter contribuire a formare, nei consumatori, un’opinione più completa. E’ per questo che, ad una breve descrizione delle proprietà critiche dell’aspartame, seguirà una sezione FAQ (domande frequenti), volta a completare quanto già appreso attraverso altri canali.

*: I pazienti diabetici sono tra i maggiori consumatori di alimenti con edulcoranti sintetici
L’aspartame causa il cancro?

Aspartame struttura

– Struttura Molecolare dell’Aspartame –

Potrete farvi un’idea più dettagliata controllando le condizioni sperimentali dello studio condotto dall’istituto Ramazzini(2). E’ uno studio robusto e meticoloso, che va a simulare condizioni di difficile attuazione nella realtà quotidiana: la dose minima impiegata è di 242 mg/kg corporeo di aspartame, circa 6 volte l’ADI (dose giornaliera accettabile). Un uomo di 70 kg dovrebbe consumarne più di 16 grammi al dì, molto più di quello contenuto in un’intera confezione di dolcificante. Per addolcire un caffè ne bastano 20 mg totali. Lo studio dimostra, poi, un aumento significativo dei tumori solo per dosi che vanno dai 987 mg/kg in su, piuttosto difficili da ottenere in pratica. Le dosi impiegate, così come alcune particolarità nel design dello studio, hanno sollevato critiche nella comunità scientifica, soprattutto in merito alla non paragonabilità dei risultati rispetto agli standard delineati dalle linee guida. E’ verosimile che la popolazione non cambierà le proprie abitudini in relazione allo studio, perché il consumo effettivo, soprattutto in Italia, è ben al di sotto dei valori soglia. Lo studio ha, però, il merito di rimettere seriamente in discussione il valore dell’ADI (40 mg/kg), derivante da un NOAEL ( dose di non insorgenza di effetti avversi, ndr) troppo alto. In altre parole, avendo riscontrato nello studio un valore di NOAEL inferiore ai 4000 mg/kg (come indicato negli studi degli anni ’70), il valore di ADI (per sicurezza, 1/100 del valore NOAEL) dovrebbe essere rivisto dagli enti regolatori, FDA ed EFSA. E’ previsto per Settembre il pronunciamento europeo.

Aggiornamento: La valutazione del profilo di sicurezza per l’aspartame è stata spostata alla prima metà del 2013
Qual è il meccanismo di tossicità dell’aspartame?

struttura formaldeide

Struttura Molecolare della Formaldeide

L’aspartame in sé non ha alcuna tossicità. Nell’intestino, infatti, viene trasformato in fenilalanina e acido aspartico2 aminoacidi proteici naturalmente presenti nell’organismo. Piccole quantità di metanolo, rilasciate come metabolita secondario, vengono, però, prontamente assorbite e possono trasformarsi in formaldeide, un composto potenzialmente cancerogeno. L’effetto tossico della formaldeide si realizza soprattutto al livello di fegato, sangue e apparato respiratorio, attraverso reazioni di addizione nucleofila; la molecola in questione si addiziona alle proteine cellulari trasformandole in derivati metossilati; la proteina metossilata è una proteina danneggiata, non in grado di espletare correttamente la propria funzione biologica e lesioni di questo tipo possono portare allo sviluppo di neoplasie benigne o maligne. A livello epatico*, sono riscontrabili aumenti dei valori delle transaminasi e riduzione dei livelli di glutatione, antiossidante naturale prodotto nel fegato dei mammiferi(3). E’ opportuno ricordare che l’esposizione umana alla formaldeide da aspartame è trascurabile, essendo il consumo giornaliero ben al di sotto dell’ADI, la dose giornaliera accettabile. Fumare da 5 a 20 sigarette al giorno, vuol dire esporsi da 0,25 a 1 mg di formaldeide al dì(4), ben al di sopra di quanto si possa realizzare usando un dolcificante. Probabilmente, è la stessa aria delle zone ad alta urbanizzazione ad espone maggiormente la popolazione alla formaldeide. Riferendoci invece al metanolo, suo precursore biologico, è bene ricordare che un litro di bevanda edulcorata con aspartame, rilascia nell’organismo circa 60 milligrammi di metanolo, quando un litro di succo di frutta ne può contenere 140 mg, anche se non tutti vengono assorbiti. Concludendo, la tossicità della formaldeide non è in discussione, ma non è eliminando l’aspartame che ridurremo il rischio tumorale nella popolazione. L’ attenzione deve essere spostata altrove.
*: Studi su cavie
Chi vigila sulla sicurezza degli edulcoranti, additivi e alimenti?

Gli Stati Uniti hanno un ente regolatorio unico per alimenti e farmaci, l‘FDA (FOOD AND DRUG ADMINISTRATION). In Europa, è presente l’EFSA (EUROPEAN FOOD SAFETY AUTHORITY). Ambedue gli enti regolano l’immissione e le dosi accettate per additivi e alimenti. Non necessariamente hanno pareri concordi sulle stesse molecole: capita, ed è il caso del ciclamato sodico*, che una sostanza per uso alimentare venga autorizzata esclusivamente in una delle due federazioni. Anche i valori ADI possono variare. Nel caso dell’aspartame, i valori europei sono inferiori del 20% agli statunitensi (40 mg/kg contro 50 mg/kg).
*: la sospetta cancerogenicità del ciclamato ha portato l’FDA a vietarne la commercializzazione su tutto il territorio statunitense
Come funziona l’aspartame?

L’aspartame ha un contenuto calorico elevato (209 kCal /100g), ma viene aggiunto nelle bevande ipocaloriche per via del suo elevato potere dolcificante. Con 0,02 g (20 mg) di prodotto possono edulcorare un alimento come farebbe un cucchiaino di zucchero. La spiegazione, a livello biochimico, è nell’intensa interazione che l’aspartame ha con il dimero dei recettori del gusto T1r2+T1r3. L’interazione può essere assimilata, con un’analogia approssimativa, al quella “chiave-serratura“, con il dolcificante che rappresenta la chiave e il sistema recettoriale la serratura. Avere una “chiave” modellata efficacemente sulla struttura della “serratura” permette un’interazione intensa e duratura, che innesca complessi fenomeni biochimici (trasduzione del segnale) in grado di “aprire la porta”, della percezione del “dolce”.
L’aspartame viene convertito in acido aspartico a livello dell’intestino. Che cos’è?

L’acido aspartico è uno dei 20 aminoacidi proteici che costuiscono l’organismo dei viventi. E’ un aminoacido che viene costantemente sintetizzato e/o assunto con l’alimentazione. E’ fondamentale per la sintesi di alcuni aminoacidi come la metionina e, sotto forma di stereoisomero “D” è implicato nella neurotrasmissione. E’ difficile stabilirne un livello giornaliero di assunzione.

Perché impiegare aspartame, saccarina ed altri edulcoranti nelle diete dei paesi occidentali?


L’impiego di edulcoranti riduce l’introito calorico giornaliero, difficile da controllare in una società che ha abitudini al consumovoluttuario di cibo. L’eccesso calorico, così come l‘aumento del’indice di massa corporea e del giro vita, è associato inequivocabilmente alla comparsa della sindrome metabolica, ossia il complesso insieme di dislipidemie, iperglicemia e ipertensione che aggrava ogni anno il bilancio di morti per eventi cardiovascolari (ictus e infarto cardiaco). Ridurre il peso corporeo di 4-5 chilogrammi può, in media, ridurre il rischio di comparsa del diabete mellito II fino al 70%(1). Eccedere anche di 20 kCal nel bilancio energetico giornaliero (impiego contro assunzione di calorie) può sfociare, nel medio termine, in un aumento di 1 kg di massagrassa nel giro di 12-18 mesi, mentre bastano 19′ di cyclette per consumarne oltre 140. Obesità importanti, con indici di massa corporea superiori a 30, sono collegati ad un aumentato rischio di cancro al seno e alla prostata, mentre indici superiori a 35 producono un aumento generalizzato nel rischio tumorale(1). In questi casi, molti studi hanno dimostrato che sostituire il saccarosio (il comune zucchero da cucina) con l’aspartame produce una riduzione di peso. Va scoraggiato l’uso sconsiderato di alimenti edulcorati perché, sebbene meno calorici, portano comunque ad un eccesso energetico difficile da smaltire. I risultati di una prima, importante meta-analisi sugli studi di sostituzione saccarosio-edulcoranti ha dimostrato che si può ottenere (in modo facilmente riproducibile) una riduzione fino al 10% dell’introito energetico giornaliero. Traducendo in massa grassa, significa, mediamente, 200 grammi di tessuto adiposo in meno ogni settimana. Anche immaginando una riduzione media del 3% di peso corporeo (previsione di minimo), si avrebbe, dato un peso medio di 75 kg, una riduzione media di 2,3 kg(1). In un arco di tempo di tre mesi, significa 200 grammi in meno per settimana. In una popolazione come quella inglese, significherebbe portare indietro l’orologio di quasi dieci anni, essendosi verificato un aumento medio del peso di 3,5 kg nel periodo 1993-2003.
 Opinioni conclusive

caffè con dolcificante
Non esistono edulcoranti perfetti e forse l’ADI dell’aspartame sarà riconsiderata; tuttavia, l’uso attuale del prodotto è da considerarsi sicuro abbastanza da non modificare le nostre abitudini alimentari; queste includono i dolcificanti per prevenire e trattare l’aumento di peso, reale fattore di rischio per la salute delle popolazioni industrializzate.
(1): Food and Chemical Toxicology, Vol 45, July 07/2007, pag 1308-1313
(2)Am J Ind Med. 2010 Dec;53(12):1197-206
(3): Food and Chemical Toxicology, Vol 49, June 2011 pag 1203-1207
(4) :Environmental Toxicology and Pharmacology, Vol 25, Jan. 2008 pag 89-93

Michele

CTF, attualmente num.933 dell'Ordine Farmacisti Latina. Amo la farmacologia, la divulgazione scientifica e la tecnologia.

Tutte le storie di:Michele