Shampoo
Mini Guida per il Consumatore
Conoscere per Scegliere

Quale Shampoo Scegliere? Mini Guida per il Consumatore

2560 1629 Michele

Gli shampoo appartengono alla classe dei detergenti e devono rispondere a 3 requisiti per poter essere considerati “di qualità”:


Tempo di Lettura Stimato

1) Devono essere detergenti efficaci, rimuovendo quella miscela di sebo in eccesso, sudore e polvere che conosciamo come “sporco”;2) Devono essere detergenti delicati, asportando il sebo eccedente, perché problematico per i capelli,  senza ridurre l’NMF o alterare il film idrolipidico. Trovare shampoo efficaci e delicati è più difficile di quanto si possa pensare, perché spesso il mercato offre efficacia senza delicatezza: con la scusa del basso prezzo, ci si ritrova nel carrello shampoo dalle confezioni piacevolmente decorate, in cui  si paga più il contenitore del contenuto. Non deve  sorprendere che, all’atto pratico, questi detergenti somiglino più a detersivi per piatti che non a prodotti per l’igiene della persona;

 

3) Devono essere detergenti specifici, avendo le caratteristiche necessarie a soddisfare esigenze d’acconciatura (formule districanti, volumizzanti, riflessanti, ecc.) o ad aiutare nella cura dei disturbi del cuoio capelluto (formule  antiforfora, anticaduta, seborrea, ecc.).

Un buono shampoo soddisferà sempre  queste le prime 2 richieste; poi, a seconda dell’uso specifico, soddisferà le altre. Si potranno così distinguere shampoo per famiglie da shampoo volumizzanti o antiforfora.

SHAMPOO. CARATTERISTICHE DESIDERABILI


1) Un buono shampoo avrà anche proprietà normalizzanti, restituendo a capelli e cuoio quanto perduto a causa del lavaggio, almeno in parte.

2) Un trend moderno nell’industria cosmetica è quello di formulare detergenti biodegradabili. Visto l’impatto severo dei detergenti sull’ecosistema, la biodegradabilità è annoverata tra le caratteristiche desiderabili, anche se non ancora “fondamentali”.

REQUISITI DEGLI SHAMPOO. DETTAGLI


L’Efficacia.

Efficacia detergente. E’ il primo aspetto da chiarire, perché non è accettabile come shampoo un prodotto che non sia dotato di sufficiente azione detergente. Rimandiamo alla documentazione 08_12 per maggiori dettagli. Ricordiamo che, per una buona scelta, è bene sapere se il prodotto sia uno shampoo per “affinità” o “per contrasto”: i primi presentano maggiore delicatezza, i secondi efficacia leggermente superiore. In figura 1 è riportata la composizione di uno shampoo generico:

Fig.1 Composizione Generica di uno Shampoo

La Delicatezza.

Asportare il Sebo in eccesso. Con sebo si intende il materiale biologico a prevalente composizione grassa* che, insieme al sudore, va a comporre il film idrolipidico. Quest’ultimo, impermeabilizza, isola, mantiene l’elasticità del capello e ha un ruolo importante nella melanogenesi. E’ dunque una secrezione fondamentale per la fisiologia del capello, ma una sua eccessiva secrezione può dar luogo a:

  1. Problemi estetici e relazionali. Il capello tende ad assumere un aspetto oleoso e pesante, tipico del capello “grasso”;
  2. Problemi microbiologici: il sebo costituisce nutrimento per la microflora del cuoio capelluto; in particolare, alcuni funghi del genere Pityrosporum possono crescere in presenza di sebo, producendo il classico quadro della forfora; questa si accompagna spesso ad un odore sgradevole, indice dell’attività del Pityrosporum, e al prurito, indice dell’infiammazione prodotta dal proliferare del microrganismo;
  3. Problemi di caduta del capello: nel sebo sono presenti sostanze ad azione androgena e squalene che, se ossidato, può alterare il ciclo biologico del capello, accelerandolo e portando alla caduta.

*: [Composto prev. da trigliceridi, cere, colesterolo, squalene e altri lipidi; contiene  anche cheratina e altro materiale cellulare]


Da quanto detto, emerge che un buon detergente deve asportare il sebo in eccesso, soprattutto nei pazienti con seborrea, [la tendenza aduna secrezione abbondante, i classici “capelli grassi”]. In particolare, la questione della delicatezza diventa importante, perché i capelli grassi devono essere lavati frequentemente, a differenza delle comuni credenze. E’ naturale che un detergente aggressivo produca buoni risultati nel breve, “sgrassando via” la gran parte del sebo; rischia, però, di peggiorare il quadro nel medio e lungo termine, alterando il manto idrolipidico ed esponendo il capello ad ogni tipo di danno esterno. Per analogia, si immagini quanto possa essere controproducente lavare con una spugna metallica una macchina molto sporca; la carrozzeria sarà  esposta agli agenti atmosferici. Analogamente, per “mantenere la vernice naturale”, bisognerà usare un detergente idoneo, che non la gratti via. E’ per questo che si deve scegliere la base detergente cha abbia il giusto mix di tensioattivi anionici, non ionici, betainici, ecc. L’uso di più tensioattivi riduce l’aggressività collegata alle dosi alte dei singoli tensioattivi, mentre mantiene la capacità detergente. Formulare il giusto mix è, naturalmente, compito difficile e costoso; questo spiega, in parte, l’alto prezzo al consumatore degli shampoo di qualità.


La Specificità

Ogni shampoo deve avere una formula specifica per soddisfare al meglio ogni singolo utente. Questo richiede abilità formulativa, esperienza e un gran numero di principi funzionali che conferiscano, di volta in volta, caratteristiche peculiari allo shampoo. Seguono esempi dei componenti più comunemente usati  dall’industria cosmetica nella formulazione di shampoo specifici. Tale elenco è puramente indicativo ed è da ritenersi non completo.


Shampoo per capelli grassi

Il capello grasso va lavato, come abbiamo visto, spesso e con delicatezza. Questo può essere realizzato con shampoo extra delicati per uso frequente, ma per ottenere una maggiore specificità si possono aggiungere una serie di componenti che ne migliorino la caratteristiche:

  • Estratto di Serenoa Repens, noto anche come Sabal Serrulata; l’estratto lipidico di questo palmetto riesce a modulare l’azione degli ormoni steroidei sulla ghiandola sebacea; poiché la secrezione sebacea aumenta all’aumentare dello stimolo ormonale (steroidi sessuali), l’uso degli estratti di S.Repens dovrebbe modulare la produzione di sebo, normalizzandola. Permane incertezza sull’efficacia di questi estratti perché alle potenzialità dei test in vitro non corrispondono prove incontrovertibili nella pratica quotidiana.

Nota: L’estratto di S. Repens è usato anche in caso di caduta dei capelli

  • Argilla. Questo minerale, se lavorato correttamente, presenta interessanti proprietà seboassorbenti, “asciugando” il capello grasso e migliorandone rapidamente l’aspetto. A questo buon risultato cosmetico non corrisponde, tuttavia, alcuna azione curativa: al cessare dell’uso, si perde l’effetto.

Nota: gli shampoo all’argilla richiedono alcuni minuti di contatto (2’-3’) con il capello.

  •  L’Ortica. Tradizionalmente, la medicina popolare [soprattutto in Italia], attribuisce all’Urtica Dioica proprietà anticaduta, sebonormalizzanti      e antiprurito; è molto frequente trovarla associata ad altri estratti vegetali negli shampoo per capelli grassi. Sebbene non esistano evidenze scientifiche definitive a sostegno delle sue virtù, in pratica si consigliano shampoo al’ortica come mantenimento nel trattamento della seborrea.

Shampoo per Capelli con Forfora

Nel termine “forfora” rientrano differenti disturbi del cuoio capelluto, che vanno dagli stati desquamanti seborroici alla più frequente “forfora secca” di tipo pulviscolare; tutte sono accomunate dalla desquamazione e dall’iperproliferazione del Pityrosporum (P.Ovale, P.Orbicolare)*. La trattazione di questi disturbi esula dagli scopi di questo documento. Ci limiteremo ad enumerare alcuni principi funzionali (e attivi) comunemente impiegati negli shampoo.

Agenti antimicrobici

  • Ketoconazolo. Ancora impiegato nei cosiddetti “shampoo medicati”, il ketoconazolo è un farmaco antifungino che blocca la crescita del Pityrosporum agendo sull’ergosterolo, un suo importante grasso di membrana. Il suo impiego è circoscritto ai casi di forfora più importanti, quando sia necessaria un’intensa azione antifungina. E’ classificato “farmaco da banco” e non richiede, come in passato, prescrizione medica.
  • Ciclopirox. Anche questo antifungino sintetico presenta un meccanismo diverso dal ketoconazolo, unitamente ad una blanda capacità lenitiva. L’efficacia dei due farmaci è comparabile, tuttavia. Nonostante sia classificato farmaco, si ritrova a piccole dosi in shampoo cosmetici. Questo ne migliora  grandemente l’efficacia, permettendo a questi prodotti di essere usati con successo nei casi di forfora difficile.
  • Zinco Piritione. La grande efficacia dello Zinco Piritione ne ha permesso un ampio utilizzato come principio antiforfora. Usata da sola (1%) presenta una tossicità relativamente elevata. Va combinata con altri principi funzionali che ne permettano la riduzione della dose (allo 0,4%). Si utilizza negli shampoo-crema non essendo solubile in acqua.
  • Derivati Acido Undecillenico. Presentano il vantaggio di combinare azione detergente e antiforfora in un unico prodotto, permettendo formulazioni più semplici ed efficaci.
  • Acido Salicilico. Trova applicazione, in alternativa ai derivati dell’acido glicolico, come esfoliante, per favorire il distacco delle squame dal cuoio capelluto negli stati seborroici e in quelli psoriasici. Infatti, a dosi del 3%  risulta un potente cheratolitico, distaccando al squama dallo strato corneo. Può, però, danneggiare la cheratina del capello e deve essere inserito in formule altamente specifiche, non adatte all’uso frequente.

*: anche noti come Malassezia Furfur


Shampoo Anticaduta e  Shampoo Fortificanti

E’ opinione diffusa tra i medici che il vero shampoo anticaduta è quello che pulisce senza danneggiare la cheratina; in quest’ottica, qualsiasi shampoo extra delicato può intendersi anticaduta; per aiutare il lettore, si dirà che gli shampoo “anticaduta” andrebbero detti “fortificanti”, perché la loro azione non è quella di stimolare direttamente la crescita del capello, ma di migliorarne il metabolismo, rispettandone la struttura.

  • Nicotinato di Tocoferile. Si tratta di un principio funzionale rubefacente, in grado, cioè, di aumentare la circolazione sanguigna del cuoio capelluto. L’aumento del flusso sanguigno può produrre il caratteristico “rossore” [da cui il nome, rubefacente] e permette l’arrivo sul bulbo di  maggiori quantità di ossigeno e nutrienti, con miglioramento del metabolismo energetico dei cheratinociti. In più, Il nicotinato di tocoferile è un estere della vitamina PP (acido nicotinico, il rubefacente) con la vitamina E che esplica un’ulteriore azione antiossidante. Si trova negli shampoo complementari alle lozioni anticaduta. Sono spesso indicati in associazione a trattamenti farmacologici come il minoxidil. I primi utilizzi possono essere accompagnati da una lieve sensazione di prurito.
  • Vitamine del Gruppo B. Presenti in quasi tutti gli shampoo anticaduta, queste vitamine idrofile aiutano le cellule nel metabolismo di zuccheri, proteine, grassi e acidi nucleici. Sebbene sia evidente che stati carenziali  (ipovitaminosi, avitaminosi) portino alla caduta del capello, non è stato dimostrato che una supplementazione locale ne promuova la crescita; per cui, l’uso di vitamine (eccettuata la vitamina PP) sembra essere una convenzione dell’industria cosmetica
  • Estratti vegetali di Serenoa Repens e Ortica. In questo caso, le pubblicazioni scientifiche sono più abbondanti e si può dire che la Serenoa Repens moduli l’azione del didrotestosterone sul capello, mentre l’istamina contenuta nell’ortica altera, migliorandolo, il metabolismo delle cellule del capello. Rimane da chiarire come possano le basse dosi di uno shampoo rimanere sul cuoio capelluto dopo un lavaggio.
  • China. l’estratto di China (gen. Cinchona) presenta un’attività rubefacente (oltre alle altre ben note) e migliora la circolazione sanguigna, analogamente a quanto detto nel caso del nicotinato di tocoferile; per questo, tuttavia, esistono maggiori evidenze scientifiche. La china risulta usata soprattutto nella tradizione popolare, spesso in associazione all’Achillea. All’interno del panorama dei prodotti estrattivo-vegetali, è una molecola promettente. Si usa nei trattamenti fortificanti sia in fase iniziale, che in fase di mantenimento.
  • Lievito di Birra. La tradizione medica e quella pololare individuano nel lievito di birra una fonte privilegiata di vitamine e oligoelementi; l’industria impiega da tempo gli estratti di lievito di birra all’interno degli shampoo fortificanti sia come fonte di vitamine, ma soprattutto per fornire al capello le giuste dosi di oligoelementi di cui può aver bisogno (Ferro, Rame, Zinco, ecc.). Ancora una volta, mancano sufficienti evidenze scientifiche a dimostrazione dell’efficacia, ma, essendo il loro impiego assolutamente sicuro, non se ne sconsiglia l’uso.

Conclusioni

La lista dei principi funzionali fortificanti  è lunga (spermidina e altre molecole non possono essere trattate in questa sede); ciò che preme ribadire è che l’unica azione anticaduta è quella di una detersione efficace e delicata, rispettosa della fisiologia del capello. Nessuno si sognerebbe, infatti, di “pulire un albero sporco di resina scortecciandolo distrattamente”! Molti cocktail detergenti, però, sono più inclini ad uno “scortecciamento” del capello che non ad una sua opportuna detersione. La ricerca di un buono shampoo anticaduta è, ad oggi, ancora impresa ardua.

Michele

CTF, attualmente num.933 dell'Ordine Farmacisti Latina. Amo la farmacologia, la divulgazione scientifica e la tecnologia.

Tutte le storie di:Michele