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Tanti Usi Per Un'Unica Struttura

Inulina: Tanti Usi Per Un’Unica Struttura

2560 1709 Michele

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L’inulina, una piccola sequenza di  fruttosio, presente nel mondo vegetale in tuberi e cicoria, ha mostrato negli anni di essere utile in campo alimentarefarmaceutico e cosmetico. La si può trovare oramai in integratori, alimenti, farmaci e persino prodotti per l’igiene. Studi recenti la candidano come immunostimolante, modulatore del rilascio di farmaci e addirittura come sostanza ad azione preventiva sul cancro. In questo testo presentiamo le principali informazioni sull’inulina, partendo dagli aspetti strutturali, perché la letteratura scientifica su quest’oligosaccaride è ricchissima e può risultare dispersiva per il lettore. A fini divulgativi, per una formazione efficace, si può suggerire come unica chiave di lettura la struttura stessa della molecola, perché la sua comprensione aiuta a capirne a fondo caratteristiche e funzioni.


In Figura. Rappresentazione dell’inulina

Struttura Molecolare del Polimeri InulinaL’inulina è una catena molecolare, un polimero, ottenuta dall’unione, in sequenza definita, di unità zuccherine più semplici, il fruttosio; a sua volta, è composto da atomi di 3 elementi, il carbonio, l’idrogeno e l’ossigeno, da cui il nome comune di carboidrati. Il tipo di legame e la disposizione spaziale delle unità zuccherine conferiscono unicità ad ogni struttura dei carboidrati; quelle più complesse vengono definite polisaccaridi e appartengono a questa classe sostanze come le cellulose (presenti nella carta e nel legno), le pectine (presenti nella frutta e come gelificante nelle marmellate) e gli amidi presenti nel frumento, nel riso e nelle patate. La struttura dell’inulina è caratterizzata da una sequenza di unità di fruttosio legate da legami glicosidici di tipo beta (2,1), in cui il carbonio 1 di una molecola di piranosil-fruttosio è legato al 2 di una seconda molecola di furanosil-fruttosio in modo, potremmo dire, “orizzontale”. L’inulina è una catena dalle dimensioni variabili, il cui peso molecolare e alcune proprietà fisiche variano in base al grado di polimerizzazione; le catene più leggere sono quelle cui più frequentemente ci si riferisce da un punto di vista scientifico, sanitario e commerciale. L’inulina è comunemente definita fibra solubili per la presenza, elevata, di atomi di idrogeno e ossigeno organizzati in  residui ossidrilici, che interagiscono favorevolmente con le molecole d’acqua permettendo fenomeni di idratazione e solubilizzazione in acqua. 

I legami glicosidici, la presenza di gruppi ossidrilici e la lunghezza della catena influenzano, come vedremo, proprietà, funzioni e impiego dell’inulina.

1. L’INULINA E’ ATOSSICA E SICURA


Certamente, perché la natura dei legami che ne costituiscono la struttura [legami glicosidici beta 2-1] non sono attaccabili dagli enzimi umani; per cui, l’inulina ingerita verrà allontanata pressoché immodificata transitando nell’intestino. La quantità assorbita, e che di conseguenza raggiungerà il sangue, è minima.

2. L’INULINA E’ UN IMPORTANTE PREBIOTICO


Sì, perché nell’intestino non viene digerita da enzimi umani, ma dalle inulinasi dei lattobacilli, importanti batteri (presenti in molti integratori di “fermenti lattici“) dell’ecosistema intestinale; cibandosi di inulina, questi possono crescere ed esercitare il proprio benefico effetto sull’organismo. E’ imporante ricordare che con prebiotico si intendono tutte le sostanze che permettono un effetto positivo sulla crescita della popolazione batterica intestinale.

3. L’INULINA E’ UN IMPORTANTE ADDITIVO ALIMENTARE


La sua struttura dell’inulina rende questo carboidrato facilmente miscibile con gli amidi e ne permette l’uso nei preparati alimentari. Farine addizionate di inulina ottengono abbassamenti del contenuto calorico  e riduzione dell’indice [e carico] glicemico, rendendone possibile l’impiego in pazienti in sovrappeso, con IFG o con quadri iniziali di diabete di tipo II. In più, la capacità dell’inulina di rigonfiare in presenza d’acqua (grazie ai gruppi ossidrilici) permette la formazione di gel alimentari che possono rimpiazzare i grassi nelle ricette alimentari per snack e altri preparati, di cui rimpiazzano il feeling di cremosità.

4. L’INULINA E’ UN BUON CONDIZIONANTE DEL CAPELLO


Nello scegliere uno shampoo si possono valutare molti fattori, come l’appeal cosmetico, la piacevolezza d’uso, la “pettinabilità” e la leggerezza che conferisce al capello. Tra i componenti più usati per avere successo nelle formule, i siliconi rappresentano un benchmark formulativo in quanto a cosmetica del capello; se ben dosati, lasciano i capelli morbidi, districati, leggeri e/o lisci, evitando la pesantezza tipica dei prodotti non siliconici. Tuttavia, l’uso quotidiano di questi prodotti (balsami, shampoo) può portare alla formazione di depositi sul capello, cui segue, spesso, una spiacevola sensazione di pesantezza e “sporcizia” dello stesso. L’uso dell’inulina nelle formulazioni per l’igiene del capello porta a ridurre e a eliminare l’uso di siliconi, mantenendo al contempo buone caratteristiche condizionanti. Ancora una volta, la spiegazione è rintracciabile nella struttura molecolare; le proprietà gelificanti e idratanti dell’ inulina, che derivano dalla sua natura di polimero idrofilo, conferiscono a shampoo e balsami di ottime proprietà condizionanti, migliorandone al contempo la biodergadabilità con riduzione dell’impatto ambientale.

5. L’INULINA POSSIEDE PROPRIETA’ IMMUNOSTIMOLANTI


L’inulina può presentarsi in catene di diversa lunghezza; proprietà come la solubilità in acqua varieranno a seconda delle dimensioni di questo polimero, con catene più piccole solubili in acqua e catene più grandi che daranno luogo a forme cristalline insolubili. Sfruttare questa caratteristica, insieme alla già citata atossicità della molecola, ha permesso il suo studio dell’inulina insolubile come adiuvante nei vaccini parentelari e come attivatore nei processi d’attivazione del complemento, un set di proteine coinvolte nelle reazioni immunitarie dell’organismo.

6. L’INULINA MODIFICA L’ASSORBIMENTO DEI FARMACI


I polimeri di inulina possono essere modificati chimicamente aumentando il grado di reticolazione (cross linking); questo parametro escrive quanto le catene diverse siano legate tra loro. Impiegare inuline a gradi di reticolazione diversa permette di “imbrigliare” molecole di farmaci idrofili al proprio interno, rallentandone l’assorbimento e permettendo lo studio di sistemi di rilascio importanti.

Domenica 19 Gennaio 2014

Michele

CTF, attualmente num.933 dell'Ordine Farmacisti Latina. Amo la farmacologia, la divulgazione scientifica e la tecnologia.

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